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7 Ottobre 2024 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,25-37

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così»

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Lc 10, 25-37

Che si fa per avere la vita eterna? Domanda a Gesù un dottore della legge per metterlo alla prova. E Gesù risponde costringendo quell’uomo a fare sintesi di tutta la legge:

Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».  E Gesù: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai»”.

La risposta è giusta e non c’è possibilità di fraintendimento.

Eppure ci dice l’evangelista che quest’uomo per giustificarsi chiede a Gesù “chi è il mio prossimo?”.

Dobbiamo essere molto grati a quest’uomo perché grazie alla sua domanda Gesù ha potuto raccontare la parabola del buon samaritano. La storia messa in scena da Gesù ci spiega in maniera molto efficace cosa significa effettivamente amare. Molto spesso noi pensiamo che l’amore sia semplicemente un sentimento che proviamo.

Ma l’amore vero non è semplicemente commuoversi, vedere, constatare, ma è farsi vicini agli altri, mettere in moto la nostra libertà, diventare creativi. A che cosa serve conoscere tutta la legge (sacerdote) oppure essere esperti di tutte le pratiche di culto (levita) e poi essere incapaci di voler bene concretamente a chi incontriamo sulla nostra strada?

L’amore è sentire e decidere, non è solo sentire. L’amore è fare il nostro possibile e non semplicemente aver chiaro quello che gli altri dovrebbero fare. L’amore è sempre provare ad amare anche quando i nostri mezzi sono insufficienti e abbiamo bisogno di cercare una Locanda che ci aiuta. Credo che non ci sia definizione più bella della Chiesa se non quella di essere la Locanda di questa parabola, cioè il luogo dove si cerca di aver cura di tutti i crocifissi della storia per mandato di questo misterioso buon samaritano che in fondo lo sappiamo essere Gesù.

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Santo del giorno: Beata Maria Vergine del Rosario