Categories: Vangelo e santo del giorno

31 Marzo 2025 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 4,43-54
 
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

Parola del Signore.

**************

Commento al Vangelo Gv 4, 43-54

La vicenda raccontata dalla pagina del Vangelo di Giovanni di oggi ci mette davanti un fatto che molto spesso si presenta nella nostra esperienza di credenti: credere per noi significa avere delle certezze evidenti ai nostri occhi. Ma è effettivamente così secondo l’insegnamento di Gesù? Per spiegarci in che modo Gesù intende la vera esperienza di fede, dobbiamo proprio rifarci alla storia di questo funzionario del re che è disperato a causa della grave malattia di suo figlio:

“si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Ma il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia».  Gesù gli risponde: «Va’, tuo figlio vive».

Quell’uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!»”.

La fede non consiste nell’avere immediatamente delle evidenze davanti ai nostri occhi, ma consiste nell’avere fiducia nella parola di qualcuno che ti dice di vivere o di fare delle cose quando ancora non hai nessuna rassicurazione che quelle cose porteranno il frutto sperato.

Credere è fidarsi, ma molto spesso noi intendiamo la fede come avere la prova incontrovertibile che le cose sono esattamente così. La nostra vita assomiglia molto all’esperienza di quest’uomo del Vangelo di oggi.

Anche noi, per andare avanti, abbiamo bisogno di fidarci di Dio che ci chiede di andare avanti, anche se non abbiamo certezze riguardo al futuro o al destino che ci aspetta.

Credere è mettersi in cammino. Credere è fidarsi della parola di Gesù.

Ma come possiamo fidarci della sua parola se non la ascoltiamo? Come può un credente credere senza rapportarsi al Vangelo?

________________________________________

Santo del giorno: San Beniamino – Diacono e martire