///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,31-35
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Parola del Signore.
**********
Commento al Vangelo Mt 13, 31-35
Per descriverci il regno di Dio Gesù usa nel Vangelo di oggi due suggestive immagini: un granellino di senape e una manciata di lievito. Che significato hanno concretamente nella nostra vita?
Siamo abituati a pensare che ciò che vale coincide con l’ostentazione delle grandi cose. Pensiamo che la vita valga per delle grandi imprese che in qualche modo dovremmo compiere così da legare il nostro nome a qualcosa che rimanga nel tempo, ma Gesù ci insegna che le cose che restano e su cui si fonda l’affidabilità della vita stessa, sono le piccole cose.
Basta vedere ciò che tiene in piedi una relazione di amore: in realtà essa non è fatta di cose eclatanti ma di piccole attenzioni quotidiane. Sono esse che rendono quella relazione qualcosa su cui fondare la vita, mentre bisogna sempre diffidare da chi pensa di cavarsela con qualche gesto eclatante fatto una volta ogni tanto.
Tutti sanno che è meglio una piccola cosa quotidiana che una grande cosa solo per una volta. Allo stesso modo la fede è fatta di piccole cose che riguardano l’ogni giorno, e non di grandi cose che toccano di striscio solo qualche giorno della nostra vita.
La seconda immagine è presa dalle consuetudini di una donna che sa preparare il pane. Ella sa che per fermentare la pasta ha bisogno di mettere in essa il lievito. Esso non si vede se non dagli effetti. È nascosto, ma fermenta tutta la pasta.
Allo stesso modo la fede non è qualcosa che si vede o che si può ostentare. Ci si accorge di essa dagli effetti, dalla capacità cioè di saper fermentare tutta la vita.
Sant’Ignazio, di cui si fa memoria oggi, ha passato buona parte della sua esistenza a servizio di questo nascosto mondo interiore che ha la capacità di motivare l’esistenza intera.
____________________
Santo del giorno: Sant’Ignazio di Loyola – Sacerdote