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27 Giugno 2024 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7,21-29

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Mt 7, 21-29

Deve essere abbastanza duro prendere in considerazione l’ipotesi che un giorno il Signore possa rivolgersi a noi in questo modo:

“Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità”.

Che cosa ci rende davvero di Dio? Fare miracoli?

Anche il demonio se vuole può operare miracoli, ma l’appartenenza a Dio non la si vede da questo tipo di cose, ma dalle scelte più radicali della nostra vita.

La Chiesa riconosce i santi non partendo dai miracoli ma da come essi hanno vissuto. Solo alla fine si prende in considerazione un miracolo, e lo si prende solo se avvenuto post mortem e non prima. Infatti aveva ragione chi diceva che non bisogna mai giudicare una persona prima della sua fine. Si può passare la vita a fare cose strabilianti ma a noi viene chiesto solo di fare la volontà di Dio. E questa volontà riguarda la nostra capacità di amare e non di stupire. Amare in maniera eroica, fidarsi in maniera eroica, sperare in maniera eroica.

Carità, fede e speranza, i tre doni ricevuti nel battesimo e usati fino alle vertigini. È questo che ci rende davvero suoi. Ecco perché ogni giorno non dobbiamo chiederci se abbiamo compiuto miracoli o fatto grandi imprese ma solo se abbiamo amato, se abbiamo sperato, se abbiamo creduto nonostante tutte le tempeste contrarie che molte volte la vita ci scaglia contro.

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Santo del giorno: San Cirillo – Vescovo e Dottore della Chiesa