///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,9-11
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Parola del Signore.
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Commento al Vangelo Gv 15,9-11
La vita cristiana dovrebbe valere fondamentalmente per un affare che prende il nome di gioia. Il cristianesimo è una radicale esperienza di gioia. In questo senso Gesù ci chiede cose che hanno come fine l’aumento sproporzionato della gioia:
Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
La gioia cristiana è la gioia di Cristo. E la gioia di Cristo è la gioia di chi sa di essere figlio amato con addosso la fiducia di suo Padre. La gioia cristiana allora è la gioia che nasce dall’amore e dalla fiducia. Sarebbe bello se ognuno di noi potesse fare memoria di qualche istante della propria vita in cui si è sentito particolarmente amato, o in cui ha sperimentato la fiducia sincera di qualcuno. Quella sensazione è la cosa che si avvicina di più alla gioia cristiana.
Ma anche se non si è fatto questo tipo di esperienza, si può vivere sapendo che Dio ha scelto di amarci e di fidarsi di noi, e l’unica cosa che dobbiamo cercare di fare è togliere tutto ciò che può impedire questa esperienza. Il peccato, ad esempio, è un ostacolo non perché fa smettere a Dio di amarci e di fidarsi di noi (questa è una visione pagana!) ma perché impedisce che questo Suo amore arrivi efficacemente in noi.
È come se il sole continuasse a splendere e noi fossimo rinchiusi in un guscio di buio deliberatamente: il problema non è del sole ma nostro perché abbiamo messo tra noi e la sua luce una barriera, e solo noi possiamo decidere di abbattere.
Don Luigi Maria Epicoco
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Santo del giorno: San Celestino V – Eremita e Papa