///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,1-7
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
Parola del Signore.
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Commento al Vangelo Mt 10, 1-7
“Diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità”.
L’annotazione che ci dà il Vangelo di oggi ci ricorda che la fede quando è vera ha in sé un potenziale che necessita di essere espresso. La potenza che opera nella fede è di due tipi: liberante e guarente.
La vera fede libera le persone e ne guarisce tutto ciò che impedisce la santificazione. Quando una fede ingabbia in sensi di colpa o acuisce ferite della vita, allora quella non è la fede in Gesù.
La Chiesa questo lo sa bene e per questo tutti dovremmo interrogarci se il nostro modo di essere credenti libera e guarisce. Dire questo però non significa annacquare le esigenze del Vangelo, bensì è prenderlo sul serio.
Infatti non c’è nessuna possibilità di liberare qualcuno se non dicendogli la verità, e non c’è nessuna possibilità di guarire se non chiamando per nome le malattie.
Ma anche il male si arroga questo diritto. La differenza è semplice: quando la verità è usata dal male (e quindi è usata male), allora avremo persone che giudicano e condannano. Quando è usata dallo Spirito (e quindi è usata bene), allora avremo la misericordia. Infatti la misericordia non è a scapito della verità, ma è un modo di darsi della verità.
Gesù mentre denunciava il male faceva anche sentire amate le persone. Senza l’esperienza dell’amore rimane solo il giudizio, e quando c’è solo il giudizio allora c’è morte e condanna. Non abbiamo altra possibilità se non imparare da Gesù. Infatti noi leggiamo il Vangelo con l’unico vero scopo di somigliare sempre di più a Lui. Egli è infatti l’umanità così come dovrebbe davvero essere.
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Santo del giorno: Santi Fortunato e Ermagora, martiri.