Categories: Vangelo e santo del giorno

1 Aprile 2025 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 5,1-16

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina?”». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Parola del Signore.

**************

Commento al Vangelo Gv 5, 1-16

Se qualcuno ci domandasse una definizione di disperazione, potremmo raccontare la vicenda del Vangelo di oggi. L’uomo del racconto di oggi è paralizzato da moltissimi anni, e la sua unica speranza è una piscina miracolosa alle porte di Gerusalemme. Allora egli sosta lì a pochi passi da ciò che potrebbe cambiare il suo destino, ma non ha nessuna possibilità di arrivare a quell’acqua:

«Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me».

La disperazione è sapere che esiste un destino diverso dal nostro, che esiste l’esperienza dell’amore, che esiste l’esperienza della gioia, e che magari tutto questo è a pochi passi da noi, ma siamo incapaci di poter arrivare a vivere questo tipo di esperienza. Ecco allora che Gesù si insinua esattamente nella disperazione di quest’uomo, e desta in lui innanzitutto il desiderio della guarigione:

vuoi guarire?”.

Il miracolo non è avere qualcuno che ti prende in braccio e ti porta a quella piscina, ma il miracolo è sapere che quella piscina è venuta a te, e non è acqua, e non è un luogo, ma è qualcuno, ed è Gesù.

Ogni credente sa che non deve inventarsi un modo per arrampicarsi fino al cielo, ma deve fare memoria che il cielo è sceso da noi. È Gesù che ha riempito lo spazio che ci separa dalla felicità, dalla gioia, dall’amore, ma la vera domanda è se vogliamo accogliere questa esperienza dentro la nostra vita, se vogliamo accogliere Gesù.

Il peccato vero non è sbagliare, ma è separarsi da ciò che può renderci felici. Il vero peccato è rompere la relazione con Cristo, che in termini laici significa rompere la relazione con ciò che dà significato alla nostra vita. Quando la tua vita è separata da un significato allora tu puoi avere tutto ma ti senti paralizzato. Ecco perché Gesù dice a quest’uomo ormai guarito:

«Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio».

Non dobbiamo mai dare per scontato la nostra conversione. Potremmo tornare a sbagliare e a farci più male di prima, per questo dobbiamo conservare costantemente una grande umiltà, e un’immensa vigilanza su noi stessi.

________________________________________

Santo del giorno: San Venanzio – Vescovo, e compagni martiri