Categories: Vangelo e santo del giorno

1 Agosto 2022 – Vangelo e commento. – Angelus domenica 31 Luglio

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 14,13,21

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una e folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Mt 14,13,21

Il Vangelo di oggi ci riporta la cronaca di un miracolo che accade alla fine di un’intensa giornata che Gesù passa a catechizzare la gente.
Ma la cosa che colpisce è che inizialmente sembra che siano i discepoli ad essere concreti, a differenza del loro Maestro Gesù che non pare tener conto delle esigenze della gente che lo ha ascoltato tutto il giorno:

Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare».


L’idea che la fede sia una questione astratta mentre la vita è fatta di cose concrete è un pregiudizio che molta gente nutre dentro di sé. Attraverso la moltiplicazione dei pani e dei pesci Gesù sembra voler smentire un simile pregiudizio che attraversa innanzitutto i ragionamenti dei suoi discepoli ma che riguarda un po’ tutti.

La fede infatti non è occuparsi di cose al margine della vita, ma è occuparsi di ciò che dà senso a tutta la vita compresa la fame o il gusto stesso di mangiare o di bere.

Infatti quando una persona perde il senso della propria esistenza a cosa serve avere da mangiare o vivere ripiegati solo sulle cose materiali?

La semplice materia non appaga il cuore dell’uomo. Noi siamo essere spirituali, cioè dotati di una dimensione più profonda che quando non prendiamo sul serio ci trasforma in sbandati che non sanno più dove andare.

Il problema del mondo contemporaneo è tutto qui: intratteniamo la gente con i nostri discorsi ma quando ha bisogno concretamente di qualcosa la lasciamo andare a cercarsi da sola la soluzione.

Molta gente abbandona la Chiesa perché gli viene annunciato un Vangelo che non tocca più la concretezza della loro vita. Sono a noi rivolte le parole di Gesù della pagina del Vangelo di oggi:

«Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare».
La fede o è concreta o non è.

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Santo del giorno: Sant’ Alfonso Maria de’ Liguori – Vescovo e dottore della Chiesa

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ANGELUS DOMENICA 31 LUGLIO 2022

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nel Vangelo della Liturgia odierna, un uomo rivolge a Gesù questa richiesta: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità» (Lc 12,13). È una situazione molto comune, problemi simili sono ancora all’ordine del giorno: quanti fratelli e sorelle, quanti membri della stessa famiglia purtroppo litigano, e magari non si parlano più, a causa dell’eredità!

Gesù, rispondendo a quell’uomo, non entra nei particolari, ma va alla radice delle divisioni causate dal possesso delle cose, e dice chiaramente: «Tenetevi lontani da ogni cupidigia» (v. 15). Che cos’è la cupidigia? È l’avidità sfrenata di beni, il volere sempre arricchirsi. È una malattia che distrugge le persone, perché la fame di possesso crea dipendenza. Soprattutto chi ha tanto non si accontenta mai: vuole sempre di più, e solo per sé. Ma così non è più libero: è attaccato, schiavo di ciò che paradossalmente doveva servirgli per vivere libero e sereno. Anziché servirsi del denaro, diventa servo del denaro. Ma la cupidigia è una malattia pericolosa anche per la società: a causa sua siamo arrivati oggi ad altri paradossi, a un’ingiustizia come mai prima nella storia, dove pochi hanno tanto e tanti hanno poco o niente. Pensiamo anche alle guerre e ai conflitti: quasi sempre c’entrano la brama di risorse e ricchezze. Quanti interessi ci sono dietro a una guerra! Di sicuro uno di questi è il commercio delle armi. Questo commercio è uno scandalo a cui non dobbiamo e non possiamo rassegnarci

Gesù oggi ci insegna che, al cuore di tutto questo, non ci sono solo alcuni potenti o certi sistemi economici: al centro c’è la cupidigia che è nel cuore di ciascuno. E allora proviamo a chiederci: come va il mio distacco dai beni, dalle ricchezze? Mi lamento per ciò che mi manca o so accontentarmi di quello che ho? Sono tentato, in nome dei soldi e delle opportunità, di sacrificare le relazioni e sacrificare il tempo per gli altri? E ancora, mi capita di sacrificare sull’altare della cupidigia la legalità e l’onestà? Ho detto “altare”, altare della cupidigia, ma perché ho detto altare? Perché i beni materiali, i soldi, le ricchezze possono diventare un culto, una vera e propria idolatria. Perciò Gesù ci mette in guardia con parole forti. Dice che non si possono servire due padroni, e – stiamo attenti – non dice Dio e il diavolo, no, oppure il bene e il male, ma Dio e le ricchezze (cfr Lc 16,13). Ci si aspetterebbe che dicesse: non si può servire due padroni, Dio e il diavolo. Invece dice: Dio e le ricchezze. Servirsi delle ricchezze sì; servire la ricchezza no: è idolatria, è offendere Dio.

E allora – potremmo pensare – non si può desiderare di essere ricchi? Certo che si può, anzi, è giusto desiderarlo, è bello diventare ricchi, ma ricchi secondo Dio! Dio è il più ricco di tutti: è ricco di compassione, di misericordia. La sua ricchezza non impoverisce nessuno, non crea litigi e divisioni. È una ricchezza che ama dare, distribuire, condividere. Fratelli, sorelle, accumulare beni materiali non basta a vivere bene, perché – dice ancora Gesù – la vita non dipende da ciò che si possiede (cfr Lc 12,15). Dipende invece dalle buone relazioni: con Dio, con gli altri e anche con chi ha di meno. Dunque, ci chiediamo: io, come voglio arricchirmi? Voglio arricchirmi secondo Dio o secondo la mia cupidigia? E tornando al tema dell’eredità, quale eredità voglio lasciare? Soldi in banca, cose materiali, o gente contenta attorno a me, opere di bene che non si dimenticano, persone che ho aiutato a crescere e maturare?

La Madonna ci aiuti a capire quali sono i veri beni della vita, quelli che restano per sempre.

PAPA FRANCESCO ANGELUS Piazza San Pietro Domenica, 31 luglio 2022