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Gli Appelli del Messaggio di Fatima

Per  una maggiore comprensione del messaggio che “Nostra Signora del Rosario” ci ha dato a Fatima, affidandolo ai tre Pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta, ogni sabato, escluso il primo sabato del mese, leggiamo e riflettiamo su  alcuni stralci dell’opera “ Gli Appelli  del messaggio di Fatima”  scritto da Suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato ( nome assunto da religiosa da Lucia dos Santos, pastorella di Fatima).

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Quarta parte – IL ROSARIO ( parte 2° di 3)

…. L’orazione del santo rosario o corona è quella che più d’ogni altra è stata raccomandata da tutti i Sommi Pontefici che negli ultimi secoli hanno servito la Chiesa, a cominciare da Gregorio XIII, che nella Bolla «Monete Apostolos » lo chiama « Salterio della Santissima Vergine, che recitiamo per placare l’ira di Dio e implorare l’intercessione della Santissima Vergine » (1 aprile 1573).

Anche Sisto V, nella Bolla « Dum ineffabilis » del 30 gennaio 1586, chiama il rosario il « Salterio della gloriosa e sempre Vergine Maria, Madre di Dio, istituito per ispirazione dello Spirito Santo ».

Prima di questi due Papi aveva governato la Chiesa san Pio V. Questi aveva attribuito alla preghiera del rosario la vittoria di Lepanto, ottenuta dai cristiani contro i Turchi il 7 ottobre del 1571. Come azione di ringraziamento, ordinò che si celebrasse annualmente in questo giorno la festa di Nostra Signora delle Vittorie, festa che il suo successore avrebbe chiamato di Nostra Signora del Rosario.

Circa trecento anni dopo questa guerra, serviva la Chiesa Papa Pio IX. Questi, sul suo letto di morte, disse a coloro che gli erano accanto: « II Santo Rosario è compendio di tutto il vangelo e darà a coloro che lo recitano quei fiumi di pace di cui ci parla la Scrittura; è la più famosa devozione, la più abbondante in grazie, e graditissima al Cuore di Maria. Sia questo, figli miei, il mio testamento affinché vi ricordiate di me sulla terra» (febbraio 1878). È meraviglioso come il grande Pontefice abbia legato la preghiera della corona al Cuore Immacolato di Maria. Oh! Chi poteva essere se non lui, il Pontefice dell’Immacolata, che aveva proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria con la Bolla « Ineffabilis Deus », nel 1854!

Leone XIII, nell’enciclica « Fidentem piumque » del 20 settembre del 1896, dice: « Nella devozione del rosario, Cristo occupa il posto principale. (…) Attraverso le preghiere vocali di cui è formato, possiamo esprimere e professare la fede in Dio, nostro Padre provvidentissimo, nella vita eterna, nel perdono dei peccati, e anche nei misteri dell’Augusta Trinità, del Verbo incarnato, della Maternità divina, e in altri. Orbene, nessuno ignora il grande valore e merito della fede. La fede, effettivamente, altro non è che un seme scelto, che nel presente produce fiori di tutte le virtù che ci rendono graditi a Dio e danno frutti che durano per la vita eterna: “Conoscerti, infatti, è giustizia perfetta, conoscere la tua potenza è radice di immortalità” (citazione da Sp 15,3) ».

Ammirabile l’affermazione di Papa Leone XIII, secondo il quale la Santissima Trinità e l’opera di salvezza realizzata da Cristo sono al centro della grande preghiera del rosario o corona che quindi costituisce una professione di fede in questi Misteri centrali della dottrina cattolica. La fede che nella suddetta orazione professiamo ed esercitiamo è di grande valore spirituale. Per questo lo stesso Sommo Pontefice, avvalendosi delle parole dell’apostolo San Paolo, dice: « Ora, la fede, perché sia degna e perfetta, bisogna professarla esternamente, “perché con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza” (Rm 10,10). Per questo il rosario ci offre l’opportunità per questa professione esterna della fede ».

Sua Santità Pio XI nell’Enciclica « Ingravescentibus malis » del 29 settembre 1937 ci dice: « II santo rosario non è soltanto l’arma per sconfiggere i nemici di Dio e della religione, ma soprattutto promuove e incoraggia le virtù evangeliche. E in primo luogo rianima la fede cattolica con la contemplazione dei divini misteri ed eleva l’intelletto alla conoscenza delle verità rivelate da Dio ». Egli si è degnato di concedere l’indulgenza plenaria alla preghiera della corona davanti al Santissimo Sacramento dell’Eucaristia.

II Santo Padre Pio XII, il 16 ottobre del 1940, disse: « II rosario è, per il significato del suo nome, una collana di rose; non di quelle rose con le quali gli empi si adornano con petulanza, secondo la parola della Scrittura “coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano” (Sap 2,8) , ma di rose, la cui freschezza è incessantemente rinnovata nelle mani dei devoti di Maria ».

Papa Giovanni XXIII nella sua lettera apostolica sul rosario, del 29 settembre del 1961, dice: « Anzi, questo è il carattere dell’orazione liturgica del Messale e del Breviario: ognuna delle sue parti è segnata con “Oremus”, il che suppone pluralità e moltitudine sia di chi prega, sia di chi spera di essere ascoltato sia anche di coloro per i quali si compie la preghiera. È la moltitudine che prega in un’unità di supplica per tutta la comunità umana, religiosa e civile. Il rosario di Maria, perciò, è elevato a condizione di grande preghiera, pubblica e universale, di fronte alle necessità ordinarie e straordinarie della santa Chiesa, delle nazioni e del mondo intero ».
Qui il Santo Padre riconosce alla preghiera del rosario la dimensione di pluralità e universalità caratteristiche della preghiera liturgica della santa Messa e della liturgia delle Ore: « Anzi, questo è il carattere dell’orazione liturgica del Messale e del Breviario ». Ε dice che il rosario è la supplica della moltitudine che prega per le necessità ordinarie e straordinarie della Santa Chiesa, delle nazioni e del mondo: « E la moltitudine che prega in un’unità di supplica per tutta la comunità umana, religiosa e civile ».

Sua Santità Paolo VI, dopo l’ultima votazione dei Padri Conciliari, il 21 novembre 1964, promulgò la Costituzione dogmatica Lumem gentium sulla Chiesa, dov’è scritto: « Il santo Concilio formalmente insegna questa dottrina cattolica (del culto speciale dedicato dalla Chiesa a Maria). Allo stesso tempo esorta tutti i figli della Chiesa a promuovere generosamente il culto, specialmente liturgico, verso la beata Vergine, ad avere in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso di lei, raccomandati lungo i secoli dal magistero della Chiesa; raccomanda di osservare religiosamente quanto in passato è stato sancito circa il culto delle immagini di Cristo, della beata Vergine e dei santi » (LG 67).

Nel leggere questo documento del Concilio Vaticano II credo che nessuno, animato da buone intenzioni, possa negare che la preghiera del rosario o corona non fosse una delle principali pratiche ed esercizi di pietà mariana che in quel momento erano nello spirito e nel pensiero dei Padri Conciliari, come non può negare che questa preghiera sia una delle pratiche e esercizi di pietà che più è stata raccomandata e approvata dal magistero della Chiesa. …..