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Gli Appelli del Messaggio di Fatima

Per  una maggiore comprensione del messaggio che “Nostra Signora del Rosario” ci ha dato a Fatima, affidandolo ai tre Pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta, ogni sabato, escluso il primo sabato del mese, leggiamo e riflettiamo su  alcuni stralci dell’opera “ Gli Appelli  del messaggio di Fatima”  scritto da Suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato ( nome assunto da religiosa da Lucia dos Santos, pastorella di Fatima).

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Terza parte – I COMANDAMENTI DELLA LEGGE DI DIO

La conoscenza di Dio (Parte 1 di 2)

Abbiamo appena visto che Dio ci ha creati per amarlo e servirlo su questa terra, e per godere poi della sua vista nella vita eterna. II Messaggio di Fatima ci ricorda la necessità di proseguire sulla via del cielo. È l’osservanza della legge di Dio che ci condurrà alla vita eterna. Cosi Gesù Cristo ha dichiarato ad un giovane che gli domandava: « “Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?”. Egli rispose: “Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”. Ed egli chiese: “Quali?”. Gesù rispose “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso” » (Mt 19,16- 19). Quindi la via del cielo è questa: osservare i comandamenti. Dato che, purtroppo, la maggior parte dell’umanità li ignora e non li comprende, sarà utile per molte anime ricordarli qui per avere presente cosa dobbiamo fare per ottenere la vita eterna.

Forse a qualcuno verrà in mente di chiedermi: cos’hanno a che fare i comandamenti della legge di Dio con il Messaggio? Rispondo che hanno a che fare, e molto: sono uno dei punti principali del Messaggio. Infatti, Nostra Signora ha concluso la serie delle sue apparizioni a Fatima con le seguenti parole: « Non offendete più Dio Nostro Signore, che è già molto offeso ». E prima, il 13 luglio, aveva detto: « A ottobre dirò chi sono e che cosa voglio ». Stando così le cose ciò che Nostra Signora voleva, e quindi lo scopo principale del Messaggio, era chiederci di non offendere più Dio Nostro Signore perché era già molto offeso.

E non c’è dubbio che ciò che più offende Dio è la trasgressione della sua legge: tutta la Sacra Scrittura ce lo attesta. Tutti i profeti hanno gridato contro la trasgressione della legge di Dio; e lo stesso ha fatto Gesù Cristo e fa la Chiesa, continuatrice della voce di Cristo presso di noi.

Per osservare i comandamenti della legge di Dio è necessario conoscere Dio: chi è Dio?

Il libro del Deuteronomio narra di come Mosè, già alle porte della Terra Promessa, convocò attorno a sé le dodici tribù di Israele per ricordare loro tutto il cammino lungo il quale Dio li aveva guidati dall’uscita dall’Egitto fino ad arrivare lì, sul fiume Giordano. Ecco come Mosè ricorda al suo popolo il grande dono di Dio, il Decalogo: « Il Signore vi ha parlato faccia a faccia sul monte dal fuoco, mentre io stavo tra il Signore e voi, per riferirvi la parola del Signore, perché voi avevate paura di quel fuoco e non eravate saliti sul monte. Egli disse: lo sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile » (Dt5,4-6).

Dio si manifestò al suo popolo sul Monte Sinai, affinché esso lo riconoscesse come unico vero Dio. Noi eravamo là, rappresentati dagli Israeliti; anche a noi Dio si manifesta e rivolge la sua parola.

Tutti gli Israeliti videro il fuoco sulla montagna e tutti compresero che era un fuoco soprannaturale, perché bruciava ma non si consumava; in questo fuoco in qualche modo videro Dio e ne furono atterriti, come essi stessi confessarono, e alla fine chiesero a Mosè che facesse da mediatore: « Ecco il Signore nostro Dio ci ha mostrato la sua gloria e la sua grandezza e noi abbiamo udito la sua voce dal fuoco; oggi abbiamo visto che Dio può parlare con l’uomo e l’uomo restare vivo. Ma ora, perché dovremmo morire? Questo grande fuoco infatti ci consumerà; se continuiamo a udire ancora la voce del Signore nostro Dio moriremo. Poiché chi tra tutti i mortali ha udito come noi la voce del Dio vivente parlare dal fuoco ed è rimasto vivo? Avvicinati tu e ascolta quanto il Signore nostro Dio dirà; ci riferirai quanto il Signore nostro Dio ti avrà detto e noi lo ascolteremo e lo faremo » (Dt 5,24-27).

Tutto questo mi fa pensare! Mentre Mosè sale tranquillo sulla montagna per avvicinarsi a Dio e parlare intimamente con lui, il popolo s’intimorisce e ha paura di morire. Non sarà perché attraverso il peccato dell’idolatria si è spogliato della forza della grazia e della capacità necessaria per potere vedere e ascoltare, come Mosè, la voce di Dio? La paura che essi provavano non veniva certamente dalla presenza di Dio, ma dal grido della loro coscienza, perché è questa che ci accusa davanti a Dio e ci condanna. Quanto a me, come vorrei essere assorbita da questa fiamma divina!

In questo passo della Sacra Scrittura mi sembra di vedere in Mosè l’immagine delle anime pure che si innalzano continuamente verso Dio, salendo la montagna della santità, mentre quelle che vivono immerse in una vita di peccato scendono sempre più in basso affondando nel fango del vizio e allontanandosi da Dio. Smettono di amarlo perché il peccato spegne in esse la fiamma della carità; non hanno più fiducia perché il peccato confonde loro l’intelligenza e non sanno guardare alla misericordia di Dio; perdono la fede perché la passione le rende cieche e non permette loro di vedere la luce di Dio.

In Mosè vedo anche l’immagine della persona che risponde alla chiamata di Dio. Nulla la intimorisce perché la sua coscienza è tranquilla, crede in Dio, osserva i suoi precetti e gli corre incontro. Sa che il suo creatore è l’unico vero Dio, che dona l’essere a tutto ciò che esiste; perciò confida nel suo potere, nella sua bontà, nella sua sapienza, nel suo amore. ……