Per una maggiore comprensione del messaggio che “Nostra Signora del Rosario” ci ha dato a Fatima, affidandolo ai tre Pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta, ogni sabato, escluso il primo sabato del mese, leggiamo e riflettiamo su alcuni stralci dell’opera “ Gli Appelli del messaggio di Fatima” scritto da Suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato ( nome assunto da religiosa da Lucia dos Santos, pastorella di Fatima).
______________________________________________________________________________
Appello a proseguire sulla via del cielo
Ventesimo appello del Messaggio
Come abbiamo visto, tutto il senso del Messaggio è un appello a proseguire sulla via del Cielo, a camminare in modo da riuscire ad arrivare alla vita eterna.
Nei tempi che stiamo attraversando non mancano coloro che osano negare l’esistenza del Cielo. Forse perché non hanno fede o non vogliono adattarsi a camminare lungo la stretta via che conduce al Cielo. Ma s’ingannano. L’esistenza del Cielo è una verità rivelata che non può essere negata.
Sono molti i passi della Sacra Scrittura che ci parlano del Cielo. Il profeta Isaia, intercedendo presso Dio per il suo popolo Israele, dice: « Guarda dal cielo e osserva dalla tua dimora santa e gloriosa. Dove sono il tuo zelo e la tua potenza, il fremito della tua tenerezza e la tua misericordia? (…) Tu, Signore, tu sei nostro Padre » (Is 63,15- 16). Nel Deuteronomio un’identica preghiera è rivolta a Dio : « Volgi lo sguardo dalla dimora della tua santità, dal cielo, e benedici il tuo popolo » (Dt 26,15). E nel Nuovo Testamento Gesù Cristo ci ha insegnato a pregare così: « Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra » (Mt 6,9-10).
Narrando del Battesimo di Gesù nel fiume Giordano, san Matteo ha lasciato scritto: « Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui » (Mt 3,16). Qualche tempo dopo questo avvenimento, Giovanni Battista rispondendo ad una domanda dei suoi discepoli testimonia a favore di Gesù con queste parole: « Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stato dato dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui. Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire. Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza » (Gv3,27-32). Raccomandandoci l’amore che dobbiamo avere verso i nostri nemici, Gesù Cristo disse: « Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste » (Mt 5,44-45). E nell’enunciare le beatitudini, egli conclude: « Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi » (Mt 5,11-12). Il Signore dichiara che siamo beati se ci perseguitano per causa sua, perché così sono già stati perseguitati i profeti. Ma perché perseguitano e opprimono coloro che Dio ha scelto per qualche missione speciale e con i quali mantiene un contatto più diretto? È la continuazione del mistero della Croce che ci conduce sulla via del Cielo.
Dai testi sacri riferiti si vede che l’esistenza del Cielo è una verità incontestabile. Alcuni la negano perché – dicono – non si sa dov’è e nessuno lo ha mai visto, ecc.
Ma esistono molte cose che non abbiamo visto ancora, eppure non dubitiamo della loro esistenza poiché chi le sa ce le dice. Sappiamo, per esempio, che nel seno della terra c’è un mare di fuoco; qui e là in vari punti del globo si vedono vulcani e la lava in eruzione, ma il fuoco in sé, che li produce, ancora non lo abbiamo visto; e tuttavia sappiamo che esiste. E chi ha creato questo fuoco e lo alimenta è lo stesso Signore che ha creato il fuoco dell’inferno e che dovrà alimentarlo per tutta l’eternità.
Sappiamo anche che nello spazio ci sono molti pianeti che ancora non abbiamo visto, molte stelle la cui luce ancora non è giunta sino a noi. Nessuno è stato ancora in grado di misurare l’estensione del firmamento. Ebbene, Dio che ha creato quest’estensione indefinita potrebbe aver creato anche un « luogo », un ritrovo, una dimora alla quale ha dato il nome di Cielo, destinato ad essere l’abitazione di Dio e dei suoi eletti per i secoli senza fine. Tuttavia il Paradiso non è un luogo, ma consiste nel possesso di Dio: Dio è la sorgente di ogni felicità e possedendo Dio saremo eternamente felici.
San Luca, narrando l’ascensione di Gesù Cristo al cielo, dice: « Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo » (Lc 24,50-51). E san Marco descrive lo stesso evento nel seguente modo: « Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio »(Mc 16,19) .
Potremmo continuare citando molti altri passi della Sacra Scrittura che ci garantiscono l’esistenza del Cielo, ma non lo facciamo, per non rendere questo umile scritto troppo esteso. Quello che è stato detto sarà abbastanza per coloro che credono senza voler vedere tutto! Non che sia male vedere, anzi è vero il contrario, dato che quanto più vediamo tanto meglio comprendiamo le tante cose che ancora non conosciamo dell’immensità dell’opera creata da Dio. Con le dovute distanze, si potrebbe applicare qui, a proposito della difficoltà della conoscenza delle cose della terra e del cielo, la frase che Gesù Cristo ha detto a Nicodemo chiedendogli la fede per afferrarle: «Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete di cose del cielo?» (Gv3,12).
Volendo garantirci su questa verità, anche il Messaggio ci è venuto a ricordare e parlare del Cielo.
Quando gli umili pastorelli chiesero alla bella Signora di dove fosse, lei rispose: « Sono del Cielo ». Sentendo che era una Signora venuta dal Cielo, si ricordarono di una ragazza amica che era morta da poco e, siccome avevano sentito dire che era andata in Cielo, le chiesero di lei. La Signora rispose: « È in Cielo ».
Nella preghiera insegnata dalla Signora, da recitare alla fine di ogni decina del rosario, ci fa chiedere a Dio di portare tutte le anime in Cielo: « e portate tutte le anime in Cielo ».
Quando poi i bambini chiesero se anch’essi sarebbero andati in Cielo, rispose di sì: anche loro sarebbero andati in Cielo! Così l’esistenza del Cielo è certa: Il Cielo esiste!
La grande preoccupazione di Dio e di Nostra Signora è che le persone si salvino e vadano in Cielo; e dato che il Cielo è il soggiorno preparato da Dio per la vita eterna, se non seguiamo la via del Cielo non ci arriveremo mai. A quel che si sa, in cielo ci sono già due persone in corpo ed anima: Gesù Cristo e Maria Santissima, sua e nostra madre; là vanno tutte le anime che hanno la fortuna di partire da questo mondo in stato di grazia, ossia senza peccato mortale.
Nel giorno della risurrezione della carne, tutte le anime torneranno ad unirsi ai rispettivi corpi per portarli a partecipare con esse della felicità o della disgrazia eterna, che hanno meritato durante il tempo che hanno peregrinato insieme sulla terra. Chi ce lo dice è Gesù Cristo, lui che allora sarà giudice: « Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna » ( Gv5,26-29) .
Se Dio ci avesse creato solo per vivere sulla terra questi pochi giorni o anni, che passiamo qui tra lavoro, dolori e afflizioni che a tutti, chi più chi meno, tocca sopportare, allora potremmo dire che la nostra vita non ha ragione d’essere, poiché ben presto finisce nella polvere della terra da dove siamo stati tratti. Dio, nella sua grandezza, doveva avere fini più elevati, e il suo amore non poteva accontentarsi di questo. Noi siamo l’opera prima del suo amore, dato che ci ha creati per renderci partecipi dell’immensità della sua vita. Iniziando al momento del concepimento, la nostra vita si prolunga nel tempo sulla strada dell’eternità, dove rimane. Mentre viviamo sulla terra, siamo pellegrini in cammino verso il Cielo, se seguiamo la via che Dio ci ha tracciato. Questa è la cosa più importante della nostra vita: comportarci in modo che, quando partiremo da questo mondo e alla fine dei tempi, possiamo meritare di ascoltare dalle labbra di Gesù Cristo quelle parole consolanti: « Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo » (Mt 25,34).
Per questo il Messaggio ci parla del Cielo e ci esorta a seguire la via che conduce al Cielo.
Ave Maria!