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Gli Appelli del Messaggio di Fatima

Per  una maggiore comprensione del messaggio che “Nostra Signora del Rosario” ci ha dato a Fatima, affidandolo ai tre Pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta, ogni sabato, escluso il primo sabato del mese, leggiamo e riflettiamo su  alcuni stralci dell’opera “ Gli Appelli  del messaggio di Fatima”  scritto da Suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato ( nome assunto da religiosa da Lucia dos Santos, pastorella di Fatima).

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Appello alla santificazione della famiglia

Sedicesimo appello del Messaggio (Parte 1° di 2)

Dio ha voluto concludere il suo Messaggio a Fatima, nell’ottobre 1917, con tre apparizioni che considero altrettanti appelli sottoposti alla nostra considerazione affinché li teniamo presenti nel nostro pellegrinaggio sulla terra. Mentre il popolo contemplava attonito, il disco solare impallidito alla luce della presenza di Dio, gli umili bambini videro accanto al sole tre apparizioni distinte e per noi molto significative.

Non so se i teologi e gli studiosi della chiesa hanno già dato a queste apparizioni qualche significato o interpretazione particolare; sono certa che sapranno farlo con termini più precisi e dettati dalle sacre dottrine. Qui lo faccio semplicemente per rispondere a ciò che mi è stato chiesto, e come ne è capace la mia umile ignoranza e povertà. Pertanto, dirò con semplicità quello che penso che Dio abbia voluto indicarci con queste tre manifestazioni.

La prima è stata l’apparizione della Santa famiglia: Nostra Signora e il Bambino Gesù nelle braccia di san Giuseppe che benedicevano il popolo.

In questi tempi in cui la famiglia spesso appare mal compresa nella forma in cui è stata costituita da Dio, e si vede attaccata da dottrine sbagliate e opposte rispetto ai fini per i quali il Creatore divino l’ha costituita, non avrà voluto forse Dio richiamare la nostra attenzione verso gli scopi per i quali ha stabilito il mondo e la famiglia?

Dio ha affidato alla famiglia una missione sacra di cooperazione con lui nell’opera della creazione. Questa decisione di voler associare le povere creature alla sua opera creatrice è una grande manifestazione della paterna bontà di Dio: è come farle partecipi del suo potere creatore; è volersi servire dei suoi figli per la moltiplicazione di nuove vite che fioriscano in terra con destinazione il cielo.

Il divino Creatore ha voluto così affidare alla famiglia una missione sacra che trasforma due esseri in uno solo, formando un’unità tale che tra di loro non è ammessa separazione. È da questa unione che Dio vuol far germinare altri esseri, come dalle piante fa germinare i fiori e i frutti.

Dio ha stabilito il matrimonio come vincolo indissolubile. Una volta ricevuto il sacramento del matrimonio, l’unione tra i due è definitiva e non ammette separazioni; è indissolubile finché i due vivono. Così l’ha fatto e stabilito Dio.

Leggiamo nel libro della Genesi: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò » (Gn 1,27); due, sì, ma che formano uno solo: « Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne » (Gn 2,24). Questa è una legge di Dio, che Gesù Cristo ha confermato e riproposto di fronte ai tentativi umani dell’epoca che andavano in direzione opposta: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi » (Mt 19,4-6).

Questa è la legge del matrimonio: i due, dal momento in cui si sono uniti con la benedizione di Dio, formano tra loro un solo essere, e quest’unione non ammette separazione: Quello che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi. Formano un tutt’uno a causa del legame dell’amore che porta alla donazione reciproca, mossi dallo stesso ideale di cooperazione con l’azione creatrice di Dio che porta al sacrificio e all’immolazione che una donazione sempre richiede e che porta alla comprensione, alla giustificazione e al perdono. È così che un focolare si consolida, si santifica e dà gloria a Dio.

Un focolare dev’essere come un giardino dove sbocciano nuovi boccioli di rosa che portano al mondo la freschezza dell’innocenza, lo sguardo puro e fiducioso sulla vita, e il sorriso della gioventù allegra e candida. Soltanto così Dio si compiace nella sua opera creatrice, la benedice e su di essa posa il suo sguardo di padre. Procedere diversamente è sviare l’opera di Dio dal suo scopo, è turbare i piani di Dio, non compiere la missione che Dio ha loro affidato.

Perciò nel Messaggio di Fatima Dio ci chiama a rivolgere lo sguardo verso la Santa Famiglia di Nazaret, dove egli ha voluto nascere, crescere e santificarsi, per presentarci un modello da imitare lungo il sentiero dei nostri passi di pellegrini che camminano dalla terra verso il cielo. ……..