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Gli Appelli del Messaggio di Fatima

Per  una maggiore comprensione del messaggio che “Nostra Signora del Rosario” ci ha dato a Fatima, affidandolo ai tre Pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta, ogni sabato, escluso il primo sabato del mese, leggiamo e riflettiamo su  alcuni stralci dell’opera “ Gli Appelli  del messaggio di Fatima”  scritto da Suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato ( nome assunto da religiosa da Lucia dos Santos, pastorella di Fatima).

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Appello alla partecipazione all’Eucaristia

Ottavo appello del Messaggio: « Prendete e bevente il corpo e il sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro delitti e consolate il vostro Dio » (parte 1 di 2)


Questo appello che il messaggio ci rivolge nel Vangelo è molto esplicito, ma mal compreso da molti, dimenticato, accantonato, abbandonato e, quel che è più triste, oltraggiato.
Quando Gesù Cristo ha manifestato la sua intenzione di rimanere con noi nell’Eucaristia per essere il nostro alimento spirituale, la nostra forza e la nostra vita, i farisei si sono scandalizzati e non ci hanno creduto. Ma il Signore ha insistito: « Io Sono il pane della vita. (…) Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. (…) Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita » (Gv 6,48-53). Da queste parole è chiaro che, se non ci nutriamo con la Santa Comunione, non avremo in noi la vita della grazia, la vita soprannaturale che dipende dalla nostra unione con Cristo, per la comunione al suo corpo e dal suo sangue. Per questo è rimasto nell’Eucaristia: per essere il nostro alimento spirituale, il nostro pane di ogni giorno che sostiene in noi la vita soprannaturale.

Ma per poterci nutrire di questo pane dobbiamo essere in grazia di Dio, come ci avverte San Paolo: « Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: “Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me”. Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna » (1 Cor 11,23-29).

Questa avvertenza dell’apostolo è per tutti noi. Prima di avvicinarci alla Tavola dell’Eucaristia dobbiamo esaminare la nostra coscienza e, se troviamo in noi qualche colpa grave, dobbiamo prima purificarci confessando i nostri peccati nel sacramento della penitenza, con vero pentimento e con il proposito di non tornare a peccare. Dio vede la nostra confessione e conferma il perdono concesso in suo nome dal sacerdote nella misura in cui vede nel nostro cuore il pentimento per aver offeso e la decisione che prendiamo di non offenderlo più.

Il potere di perdonare i peccati Gesù l’ha affidato agli apostoli quando, già risorto, si era incontrato con loro nel cenacolo e ha detto: « ”Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: ”Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”» (Gv 20,21-23)

A San Pietro, che aveva scelto come capo della sua Chiesa, in un’altra occasione il Signore aveva detto: «A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16,19).

Così, il capo supremo della Chiesa fondata da Gesù Cristo fu autorizzato a stabilire in che modo i peccati ci possono essere perdonati. E giacché il capo della Chiesa ha stabilito che dev’essere attraverso una confessione umile e sincera, fatta con pentimento e propositi di correzione, questo è il mezzo che dobbiamo usare per ottenere il perdono dei nostri peccati.

Solo dopo esserci così preparati possiamo ricevere il corpo e il sangue di Gesù Cristo, sicuri che questo sacramento è per noi fonte di vita, di forza e di grazia, che ci rende graditi agli occhi del Padre che vede in noi il suo Figlio unigenito, reso uno con noi da questa unione di piena e personale consegna di se stesso a noi per amore. ……..