///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 7,31-35
In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Parola del Signore.
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Commento al Vangelo Lc 7, 31-35
Che cosa cerca realmente la gente: la radicalità del Battista o la misericordia del Figlio di Dio?
Gesù sembra rispondere a questa domanda nel Vangelo di oggi dicendo paradossalmente che in realtà alla grande maggioranza della gente non va mai bene nulla, poiché è sempre più facile criticare che prendere sul serio ciò che ci viene annunciato:
“È venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio. È venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli”.
Fatti i debiti paragoni, dovremmo dire che la stessa cosa accade ai nostri giorni: come dovrebbe essere la Chiesa? Come colei che difende la verità con fermezza e chiarezza, o come colei che si fa vicino ai drammi di ogni uomo e di ogni donna di questo mondo?
Non si tratta di posizionarsi come dei tifosi all’interno di uno stadio. La Chiesa è questo e quello. L’indolenza con cui certe volte viviamo e critichiamo il mondo intorno a noi molto spesso è solo un modo per non prendere mai sul serio la vita. Per questo dobbiamo estirpare ogni forma di indolenza della nostra vita.
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Santo del giorno: San Giuseppe da Copertino, sacerdote