///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Parola del Signore.
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Commento al Vangelo Mt 6, 1-6.16-18
“Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli”.
È bello leggere questo brano del Vangelo di Matteo proprio oggi in cui facciamo memoria di un giovane santo: Luigi Gonzaga. Chi più di lui poteva conoscere cosa significava vivere nella continua ricerca dell’ammirazione. Infatti rampollo della nobile famiglia Gonzaga, Luigi era destinato a diventare anch’egli un principe, un notabile, un uomo messo sul palcoscenico della storia.
Ma egli invece sceglie di seguire Gesù povero, e lascia tutto, rinuncia ai suoi titoli e si fa religioso gesuita. Morirà come un qualunque malato, durante la peste di Roma, contagiato da qualche povero che aveva soccorso sul ciglio di una strada.
Ecco un fulgido esempio di che cosa significa vivere sotto gli occhi di Dio e non sotto quelli degli uomini. L’elemosina, il digiuno e la preghiera di cui si fa menzione nel Vangelo di oggi, rappresentavano i capisaldi della religiosità di Israele.
Gesù tenta di purificarli dalla tentazione di viverli come un modo per mettersi in mostra, e non come la modalità di imparare ad essere davvero credenti.
Egli così tocca un punto debole di ogni uomo e ogni donna: il bisogno di essere riconosciuti dagli altri. In realtà questo bisogno è un bisogno umano: tutti abbiamo bisogno di sentirci addosso uno sguardo positivo.
Ma questo bisogno non può e non deve spingerci a vivere ricercando solo l’approvazione degli altri, perché tutto ciò ci renderebbe alla fine degli attori che recitano una parte, e non degli uomini e delle donne che credono davvero nel bene che fanno.
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Santo del giorno: San Luigi Gonzaga, religioso.